lunedì 14 marzo 2011

melville (2)

Chi non ha mai fallito in qualche campo, quell'uomo non può essere grande. Il fallimento è la vera prova di grandezza. E se si può dire che il continuo successo dimostra che un uomo saggiamente conosce le proprie forze, ciò è solo per aggiungere che, in tal caso, egli sa che sono scarse. Decidiamoci dunque a pensare, una volta per tutte, che non v'è per noi alcuna speranza in questi scorrevoli, piacevoli scrittori che conoscono lo proprie forze.

Melville, Hawthorne and his mosses

Melville (I)

E levarsi un libro fuori dal cervello è simile a quella scabrosa e pericolosa faccenda che è il togliere una pittura da un pannello - dovete grattarvi via tutto il cervello per ottenerlo con la dovuta sicurezza - e anche allora, può darsi che la pittura non valga lo sforzo.

domenica 13 marzo 2011

Lo stesso vale per la scrittura. La potenza della scrittura non sta in questa o quella cosa da dire, bensì nel poco o niente da dire, in una condizione in cui si annulla il dovere di scrivere. Ogni dover scrivere e voler scrivere è la patetica vittima delle proprie aspettative. La potenza della scrittura sta nell'essere senza aspettative. La potenza della scrittura sta nell'essere senza aspettative, nell'essere rassegnazione e rinuncia al dover scrivere, possibilità di rimanere sospesa soltanto come "preferenza"
G. Celati, Bartleby, introduzione

domenica 6 marzo 2011

We feel not only that Lowry is hiding behind Plantagenet, but also that Plantagenet is hiding behind Ahab or Ismael, as types of lonely, doomed wanderers, and that it does little good to face one's trouble if one has to see that trouble as a white whale, or as the large pale hand of a puppeteer, or as a white seaplane buzzing about overhead. What would Lowry have been able to make of himself if, seated at Eric Estorick's kitchen table that hot August, he had instead been able to write, in unadorned, matter-of-facts prose, of his own horror at what he had seen, in himself as well ad at Bellevue?

Douglas Day, Malcolm Lowry. A biography, pag 212