domenica 23 gennaio 2011

Inizio

Seduto sul divano, attendevo seminudo che arrivasse il segno.
Non ero andato a lavorare, nell'attesa che mi venisse recapitato il segno.
Dalle stecche orizzontali della persiana i raggi del sole ancora obliquo delle undici del mattino filtravano e accecavano l'uomo davanti a me, rinchiuso dentro il televisore, tutto impegnato nella vendita di alcuni quadri, mi pareva di intuire nell'abbagliante riflesso della luce calda, e di alcuni oggetti di arredamento. Gridava, poi sussurrava, poi si lanciava in nuovi sungulti, facendo mulinare le braccia mentre le cravatta ondeggiava: "la vostra casa vi rispecchia? Rispecchia veramente e profondamente la vostra personalità? Un ospite che entrasse ora in casa vostra, riuscirebbe a capire dal solo aspetto che assume il vostro soggiorno, come si configura in linea di massima il vostro carattee? Quali sono le vostre inclinazioni, i vostri sogni più reconditi, le vostre passioni ...
Seminudo, mi guardo intorno: capirebbe un ospite quale sia la mia personalità, i miei sogni, le mie aspirazioni? Le mie inclinazioni?
Ed è come se la guardassi per la prima volta, questa stanza. E so che non è perché quell'imbonitore ha attratto magicamente la mia attenzione su quelle quattro pareti (...)

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